
Guida della scuola CRT.pdf
Lo specifico di questa scuola è l'idea che il fare teatro costituisca in sé un'esperienza formativa integrale della persona.
La finalità è quella di sviluppare nel teatro e attraverso i linguaggi artistici una consapevolezza dell'Io Sono che porti il singolo ad appropriarsi della propria creatività dando vita ad una creazione propria.
La scuola si articola in un biennio: il primo anno permette di conseguire un attestato di "Esperto in Educazione alla Teatralità". Il secondo anno, benché sia consigliato perché necessario per il consolidamento della preparazione professionale, è facoltativo e offre la possibilità di approfondire tecniche e conoscenze teatrali attraverso lo studio del personaggio.
La Metodologia si rifà allo schema relativo al "IO SONO" che bene chiarifica la filosofia e chi si appresta a frequentare il CRT. Essa prevede come tappa fondamentale del percorso la scoperta della propria espressività naturale ovvero la propria modalità di espressione. Per questo l'analisi parte dallo studio dei linguaggi propri dell'attore-persona: verbale e non verbali. Durante il percorso, attraverso l'acquisizione delle tecniche teatrali, si verrà a creare una circolarità tra l'esperienza dello strumento teatrale e la presa di coscienza dell' "Io sono", dove l'uno rimanda all'altro e viceversa.
La Tecnica in un tale contesto è legata a un concetto di attenzione relazionale. Infatti si assume la relazione come strumento per accompagnare il soggetto in un training che lo porterà a prendere consapevolezza del proprio sé e alla produzione di una rappresentazione teatrale in forma di progetto creativo.
L’obiettivo principale è lo sviluppo della creatività e della fantasia attraverso un lavoro condotto su basi scientifiche dall’attore-persona su se stesso.
La finalità perseguita dalla scuola non è quella di trasformare l’uomo in attore-oggetto, plasmandolo in vista della produzione di spettacoli confezionabili e vendibili sul mercato, ma di permettergli di valorizzare le sue qualità individuali rispettandone la personalità.
I ragazzi della scuola conservano la loro espressività naturale e su di essa costruiscono l’attore-persona, senza forzature o manipolazioni psicologiche. E' fondamentale per sviluppare la fantasia e la creatività la conservazione della propria espressività naturale; l'unicità del soggetto costituisce il punto di partenza, l’elemento cardine per il confronto con l’altro.
II lavoro viene compiuto a livello di pre-espressività, la quale riguarda le azioni dell’attore-persona, l’uso che egli è capace di fare della sua presenza fisica.

IL PROCESSO DI FORMAZIONE

Bisogna trovare un “proprio senso” del teatro, perché questo significa trovare una personale invenzione del modo di essere di attore-persona. Inventare il “proprio senso” vuol dire sapere come cercare il modo per trovarlo.
Che cosa è il teatro? Il teatro e gli studi di teatro sono il luogo dialettico in cui convergono situazioni e problematiche diverse in sé e per la loro provenienza: “il luogo dei possibili” lo definisce Barba. Il teatro ha la sua continuità e durata nella storia in quanto produce non tanto opere quanto modi di operare.
Può il teatro, in quanto “luogo dei possibili”, avere un senso nella nostra società? Un senso che non sia semplicemente quello di divertire un pubblico pagante e voyeuristico? O di educarlo pretendendo di insegnargli la verità sul mondo e sulle cose?
Se il teatro si pone in questa prospettiva ecco che acquista un valore non in quanto spettacolo, ma in quanto percorso: esso può diventare l’ambiente caldo in cui l’uomo può crescere e sviluppare il proprio benessere fisico e psichico. Il teatro inteso come processo di formazione dell’attore-persona sta a metà strada tra l’intimità più nascosta dell’individuo (le sue paure, i suoi sogni, le sue emozioni) e la realtà completamente esterna della vita reale (il giudizio dell’altro, il ruolo sociale, l’aspetto più formale dei rapporti). Questa sua posizione media permette che venga vissuto come luogo in cui è possibile giocare, cioè fare esperienza della propria interiorità come della realtà esterna
senza l’ansia provocata normalmente dall’errore e dal giudizio. In questa realtà di mezzo l’attore-persona raccoglie situazioni e fenomeni dal mondo esterno e li usa per esprimere la propria realtà interna e personale. Il teatro non promette di trasformare l’uomo in un super-uomo, ma può costituire un ottimo banco di prova, può dare ad ognuno la misura del proprio essere uomo. Per questo non parliamo di attore in quanto entità astratta, ma di “attore-persona”, con i suoi limiti e con la sua energia.
La formazione dell’attore-persona e le tecniche di rappresentazione sono importanti perché precedono la creatività e la fanno vivere.
Una delle differenze tra uno scienziato e un artista è che lo scienziato può utilizzare direttamente la conoscenza acquisita da altri attraverso le loro esperienze, mentre l’artista no. Non è necessario che ogni scienziato ripeta il percorso degli altri scienziati che lo hanno preceduto, ma per l’artista è diverso! La sua conoscenza acquisterà un valore solo quando avrà accumulato un’esperienza, quando avrà attraversato personalmente gli esperimenti degli altri.
Nell’arte è necessario che l’individuo ripercorra da solo lo stesso viaggio, lo stesso sentiero già battuto da altri. Il teatro è vita.
La conquista dell’Io Sono da parte dell’allievo si articola attraverso due percorsi, nei quali alla costruzione dell’attore-persona contribuiscono il confronto con sé e il confronto con l’altro.

La scoperta del sé e delle proprie qualità naturali mediante un lavoro individuale su se stesso, sulla propria fisicità come sul proprio bagaglio emotivo. Tale lavoro si completa quando il soggetto si mostra agli altri, si espone, attraverso la forma del monologo teatrale, in una situazione non pericolosa e non compromettente come quella delle prove o della lezione. Esponendosi al gruppo l’allievo riceve dei feed back che gli permettono di vedersi in modo oggettivo.
Il completamento del sé attraverso il confronto con l’altro. In questa seconda fase l’allievo si misura con l'interpretazione del personaggio. Esso è come lo scambiarsi dei sé; è il confronto costruttivo tra due personalità che nell’incontrarsi si completano. Anche in questo caso il gruppo di lavoro osserva e fornisce una serie di rimandi che servono agli individui per fissare la propria esperienza.