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CRT "Teatro-Educazione"
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Primo Studio Jacques Copeau
Corso di formazione in
Educazione alla Teatralità
Secondo Studio Luigi Riccoboni
Lo Studio del Personaggio e la Relazione Scenica
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Il montaggio e la messinscena della performance.

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Teatro e Scuola
Un particolare aspetto della ricerca del CRT “Teatro-Educazione” si concentra sul rapporto tra l’Educazione alla Teatralità e la Scuola , ente dal grande valore sociale e culturale.
L’Educazione alla Teatralità rivela una molteplicità di finalità e scopi per contribuire al benessere psico-fisico e sociale degli allievi delle scuole di ogni ordine e grado; in particolare vuole aiutare ciascuno a realizzarsi come individuo e come soggetto sociale; vuole dare la possibilità ad ognuno di esprimere la propria specificità e diversità, in quanto portatore di un messaggio da comunicare mediante il corpo e la voce; vuole stimolare le capacità; vuole accompagnare verso una maggiore consapevolezza delle proprie relazioni interpersonali; vuole concedere spazio al processo di attribuzione dei significati, poiché accanto al fare non trascura la riflessione, che permette di acquisire coscienza di ciò che è stato compiuto.
Per questo motivo la ricerca nell’ambito del Teatro e Scuola ha una grande rilevanza nel panorama di studio del CRT “Teatro-Educazione” e si concretizza con diverse proposte tra cui:

- Corsi di formazione e aggiornamento specifici, pensati per gli enti che ne fanno richiesta. Tali progetti si differenziano in base ai destinatari perché solo in questo modo è possibile portare avanti la ricerca il tale ambito, che resta sempre legata anche al contesto sociale e culturale specifico.
- Convegni . Questo progetto si declina con l’organizzazione di giornate di formazione e approfondimento pensate secondo prospettive diversificate e specifiche in base alle necessità dall’ente di riferimento.
- Gioco Drammatico : le performances di Gioco Drammatico sono frutto di una ricerca costante che porta alla realizzazione di progetti unici, pensati sempre partendo dalle esigenze dell’ente che ne fa richiesta o in collaborazione con il quale queste performances nascono.
Laboratori di Educazione alla Teatralità , che nascono grazie ad uno scambio e ad un confronto continuo con gli insegnanti e il personale di riferimento nonché, nel caso degli istituti scolastici, con i dirigenti. Infatti, solo in questo modo è possibile sviluppare una ricerca proficua che permetta la realizzazione di laboratori realmente utili alla crescita personale e sociale degli alunni.

APPROFONDIMENTI

La formazione
(tratto da “La Formazione” di Gaetano Oliva (tutti i diritti riservati))
Dato il loro lavoro, i formatori dovrebbero adottare e sviluppare una mentalità artistica per svolgere al meglio il proprio lavoro. Un formatore-artista concepisce l’apprendimento come:
D) un flusso reciproco, bidirezionale, tra docente e discente, in cui spetta al primo creare le migliori condizioni ambientali e relazionali per soddisfare le diversità degli stili di apprendimento del secondo;
E) una ricerca continua e appassionata di nuovi stimoli, materiali, modalità erogative per coinvolgere testa, cuore e mani delle persone;
F) un processo integrativo di aspetti cognitivi/quantitativi/scientifici con aspetti affettivi/qualitativi/artistici;
G) un insieme di attività di gioco, sperimentazione e pratica, che aiutano a scoprire nuove idee, a sviluppare creatività e divergenza di pensiero, che verificano le ipotesi fatte e rinforzano le scoperte realizzate;
H) un circolo virtuoso, in cui la percezione (guardare, osservare, analizzare e criticare) è seguita da un’attività di ricerca (domandare, far emergere, intraprendere), dalla produzione (definire gli obiettivi, progettare e realizzare gli interventi, erogare formazione) e, infine, dalla riflessione (valutazione, teorizzazione, connessione) per la ricerca della qualità.
Le arti espressive funzionano come strumento di coinvolgimento formativo, come accattivante veicolo per la trasmissione di conoscenze o lo sviluppo di atteggiamenti e capacità.


Il laboratorio come strumento metodologico
(tratto da “L’Educazione alla Teatralità: una scienza” di Gaetano Oliva (tutti i diritti riservati))
Aspetto fondamentale del laboratorio teatrale è la relazione personale tra i partecipanti; una relazione analoga dovrà esistere tra gli attori e gli spettatori del progetto creativo che conclude il laboratorio stesso. L’apertura all’altro, l’essere con è una caratteristica che appartiene profondamente all’uomo; si tratta di un’apertura che non è un semplice scambio di comunicazione, ma un’esperienza di partecipazione affettiva e di reciprocità. Il desiderio di incontrare l’altro deve essere però reale ed autentico: ciò implica che ciascuno accetti l’altro così com’è. Il laboratorio quindi è un’occasione per crescere, per imparare facendo, con la convinzione che l’aspetto più importante consiste nel processo e non nel prodotto: la performance (o progetto creativo) è solo la conclusione di un percorso formativo. L’attività teatrale stimola il bisogno di una conoscenza interpersonale che comporta una relazione in cui l’altro è riconosciuto nella sua dignità. Il laboratorio offre quindi l’occasione di capire che è possibile cambiare determinate situazioni e cambiare se stessi.
Il laboratorio teatrale ha una forte valenza pedagogica ed offre un importante contributo nel processo educativo, poiché, nel percorso che ognuno compie su di sé, conduce ad imparare a “tirare fuori” ciò che “urla dentro”, a conoscere e controllare la propria energia, a convivere con ciò che in un primo momento si è represso o rimosso. Non bisogna dimenticare che l’essere dell’uomo dipende dalla qualità delle sue esperienze che caratterizzano il suo modo di relazionarsi o non relazionarsi, in breve il suo stile di vita. Il teatro, vissuto nella dimensione del laboratorio, permette di ampliare il campo di esperienza e di sperimentare situazioni di vita qualitativamente diverse da quelle abituali, che possono contribuire alla ridefinizione di sé, del mondo, degli altri. Fare teatro, in questo senso, significa allora rivedersi nel proprio passato: rivivere angosce, rivisitare certi comportamenti o situazioni, non per rimuoverle, ma per prendere coscienza di essere cresciuti e riconoscere le proprie positività.


Il Gioco drammatico
(tratto da “L’Educazione alla Teatralità: il gioco drammatico” di Gaetano Oliva (tutti i diritti riservati))
La drammatizzazione è connaturata al bambino, infatti, una delle prime forme di gioco infantile è quella drammatica. […] Il gioco drammatico quindi acquista per il bambino un’importanza notevole per lo sviluppo dell’immaginario fantastico attraverso l’atto creativo che si viene a determinare, sia per la trasfigurazione simbolica dell’oggetto, sia e soprattutto, perché le sequenze ludiche sono una creazione del pensiero.
Gioco drammatico e teatro
Nonostante il gioco drammatico sia un’attività teatrale presenta però delle caratteristiche differenti dal teatro. Il gioco drammatico è definito come: “espressione, realizzazione del progetto che ha motivato il gruppo; creazione ripetuta di situazioni sulla spinta del desiderio di sperimentarsi in esse; impegno totale del bambini. Gioco”. […]
Il gioco drammatico è un’attività formativa ed educativa, al sue interno vi è una forte corrente pedagogica che punta allo sviluppo globale dell’individuo. Il fine di quest’esperienza è portare il bambino allo sviluppo della sua creatività, attraverso l’utilizzo della fantasia e dell’immaginazione ma, nello stesso tempo, consente anche di favorire la sua integrazione nel gruppo, la conoscenza di se stesso e degli altri e la costruzione di un proprio modo di vedere la realtà. […]
Ogni progetto è diverso dagli altri, ha delle proprie linee da seguire, stabilite dagli educatori, in base alla loro formazione, al gruppo che si ha di fronte e agli obiettivi prestabiliti.



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